Adorazione Novembre 2018

Autore: Rettoria di San Grato
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ADORAZIONE DEL MESE DI NOVEMBRE 2018

 

 

Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te in cielo e sulla terra. Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.

Ma è proprio vero che Dio abita con gli uomini sulla terra? Ecco, i cieli ed i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa! Volgiti alla preghiera del tuo servo ed alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi giorno e notte verso questa casa, verso il luogo dove hai promesso di porre il tuo nome, per ascoltare la preghiera che il tuo servo innalza da questo luogo. Ascolta le suppliche del tuo servo e del tuo popolo quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona!

Se uno pecca contro il suo prossimo e viene davanti al tuo altare in questo tempio, tu ascoltalo dal cielo, intervieni e fai giustizia; condanna il malvagio. Quando il tuo popolo supplica davanti a te in questo tempio, tu ascolta dal cielo, perdona il peccato del tuo popolo e fallo tornare sul suolo che hai dato a loro ed ai loro padri.

Quando si chiuderà il cielo e non ci sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, ma ti pregano in questo luogo, lodano il tuo nome e si convertono dal loro peccato perché tu li hai umiliati, tu ascolta nel cielo, perdona il peccato dei tuoi servi e del tuo popolo ai quali indicherai la strada buona su cui camminare e concedi la pioggia alla terra che hai dato in eredità al tuo popolo.

Quando nella terra ci sarà fame o peste, o infermità d’ogni genere, ogni preghiera ed ogni supplica di un solo individuo o di tutto il tuo popolo, di chiunque abbia patito piaga e dolore e stenda le mani verso questo tempio, tu ascoltala dal cielo, luogo della tua dimora, perdona, tu che conosci il suo cuore, poiché solo tu conosci il cuore degli uomini, perché ti temano e camminino nelle tue vie tutti i giorni della loro vita sul suolo che hai dato ai nostri padri.

Anche lo straniero se viene da una terra lontana a causa del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso, se egli viene a pregare in questo tempio, tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora e fai tutto quello per cui ti avrà invocato lo straniero, perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome, ti temano come il tuo popolo e sappiano che il tuo nome è stato invocato su questo tempio.

Quando il tuo popolo uscirà seguendo la via sulla quale l’avrai mandato e ti pregheranno rivolti verso questa città che tu hai scelto e verso il tempio costruito al tuo nome, ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia.

Quando peccheranno contro di te, poiché non c’è nessuno che non pecchi e tu, adirato contro di loro, li consegnerai ad un nemico ed i loro conquistatori li deporteranno in una terra lontana o vicina, se nella terra in cui saranno deportati, rientrando in se stessi, torneranno a te, supplicandoti nella terra della loro prigionia, dicendo: Abbiamo peccato, siamo colpevoli, siamo stati malvagi; se torneranno a te con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima nella terra della loro prigionia dove li avranno deportati e supplicheranno rivolti verso la loro terra che tu hai dato ai loro padri, verso la città che tu hai scelto e verso il tempio, tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia. Perdona al tuo popolo che ha peccato contro di te.

Ora, mio Dio, i tuoi occhi siano aperti e le tue orecchie attente alla preghiera innalzata in questo luogo. Ora sorgi, Signore Dio, verso il luogo del tuo riposo, tu e l’arca della tua potenza. I tuoi sacerdoti, Signore Dio, si rivestano di salvezza ed i tuoi fedeli gioiscano nella prosperità. Signore Dio, non respingere il volto del tuo consacrato.

Cfr 2 Cronache 6, 13-14. 18-42

 

Contemplando la nostra chiesetta, segno del desiderio di Dio di restare accanto all’uomo, tra il suo popolo, preghiamo per tutte le persone che, per vario motivo, vi entrano in vari momenti della giornata e della settimana e presentiamo a Dio tutto ciò che sta nel loro cuore: le ansie, i desideri, il desiderio di ringraziare…

 

DAI  “DIARI”  DI  ETTY  HILLESUM

Middelburg (Olanda) 1914 - Auschwitz (Polonia) 1943

 

Faccio ricorso ad una sicurezza interiore sempre più profonda.

Ho dovuto impegnarmi per imparare quanto spazioso possa essere il cuore ed ho dovuto continuamente lottare per reclamare quello spazio.

 

L’essere umano cerca anche fuori il paesaggio che si porta dentro. Il mondo interiore è tanto reale quanto quello esterno. Bisogna esserne consapevoli. Anch’esso ha i suoi paesaggi, i suoi contorni, le sue possibilità, i suoi terreni sconfinati.

E l’uomo stesso è il piccolo centro nel quale mondo interiore e mondo esterno si incontrano. I due mondi si nutrono l’uno dell’altro: non si deve trascurarne l’uno a spese dell’altro o considerare l’uno più importante dell’altro, altrimenti si rischia di impoverire la propria personalità.

 

In me c’è un silenzio più profondo.

 

Nel profondo, tutti noi abbiamo una vasta e fruttuosa solitudine.

 

Pensare solamente non ti porta da nessuna parte.

Può essere un aiuto nobile e bello negli studi, ma non ti aiuta a superare le difficoltà emotive. Per questo ci vuole qualcosa di completamente diverso: devi diventare recettivo, accogliente e limitarti ad ascoltare. Devi ristabilire il contatto con un pezzo di eternità.

 

Bisogna continuamente riunire se stessi, attorno al proprio centro. Occorre governare il gregge disordinato dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni come il buon pastore.

 

Mentre butto giù queste parole provo ancora un po’ di vergogna, come se stessi scrivendo del più intimo tra gli argomenti intimi. Mi trovo in imbarazzo assai più che se dovessi descrivere la mia vita sentimentale.

Ma c’è forse qualcosa di più intimo della relazione di un uomo con Dio?

 

Signore, mio Dio, voglio che tu stia bene con me.

 

Quanto vi amo, mie notti solitarie!

Giaccio distesa sul mio letto spartano, completamente abbandonata alla notte... con la coscienza di essere parte di un grande processo di crescita.

La scorsa notte ho sentito che il mio paesaggio interiore era come un vasto campo di grano in via di maturazione. Dentro di me ci sono vasti campi di grano che stanno maturando. (…) Non bisogna mai essere certi di nulla, altrimenti la crescita si arresta.

 

Tutti noi ci portiamo dietro dovunque andiamo una vasta e fertile solitudine. A volte la cosa più importante di tutta la giornata è la pausa che facciamo tra due respiri profondi.