Avvento 2012
- Dettagli
- Autore: Rettoria di San Grato
- Visite: 209
ADORAZIONE
avvento 2012
“Queste sono le tappe degli israeliti che uscirono dalla terra d’Egitto, ordinati secondo le loro schiere, sotto la guida di Mosè e di Aronne.
Mosè scrisse i loro punti di partenza , tappa per tappa, per ordine del Signore; queste sono le loro tappe nell’ordine dei loro punti di partenza”
Numeri 33, 1 - 2
Ogni tanto è spiritualmente molto bello fermarsi e contemplare il cammino di liberazione che il Signore ci ha fatto fare conducendoci e tenendoci per mano.
E’ pure bello ripensare a tutte le persone che in nome del Signore, magari neppure rendendosene conto, ci hanno guidato nel cammino dalla schiavitù (ciascuno ha il suo Egitto…) alla libertà (… ma pure la sua terra promessa!).
Il momento di adorazione eucaristica può essere un modo di fare tutto questo.
“Il Signore, nostro Dio, ci ha parlato”.
Deuteronomio 1, 6
Ringraziamo i tempi che siamo chiamati a vivere: tempi in cui è possibile nutrirsi abbondantemente, se solamente se ne ha voglia, dell’immenso tesoro che è la Parola di Dio!
Fino a pochi anni fa non era così…
“Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, darete ascolto al piccolo come al grande; non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio”.
Deuteronomio 1, 17
In questo momento di preghiera, in stupendo e ricco silenzio davanti a Dio che è relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito, chiediamo il dono di relazioni sempre più ad immagine e somiglianza di Dio, sempre più evangeliche e preghiamo pure per chi, come noi, non le sa ancora vivere così e ci fa soffrire, e non poco…
“Non spaventatevi e non abbiate paura (…).
Il Signore, vostro Dio, che vi precede, egli stesso combatterà per voi, come insieme a voi ha fatto, sotto i vostri occhi, in Egitto e nel deserto, dove hai visto come il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati qui.
Nonostante questo non aveste fiducia nel Signore, vostro Dio, che andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo, dove porre l’accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e di giorno nella nube”.
Deuteronomio 1, 29 - 33
La speranza del cristiano non si basa sul futuro incerto (“Io speriamo che me la cavo”…), ma sul passato sicuro: se Dio tante volte nella mia vita ha combattuto per me ed accanto a me, perché mai dovrebbe abbandonarmi e ritirarsi proprio ora?
DAGLI INSEGNAMENTI DEL BEATO PADRE JEAN JOSEPH LATASTE
Pensiero sul vero significato del Natale:
“Perché pensate che Dio sia venuto sulla terra e si sia fatto uomo come noi?
Sarebbe forse per la sua gloria, per farsi un nome?
Ah! sarebbe un equivoco.
Egli aveva già un nome al di sopra di tutti i nomi della terra, si chiama Dio.
A parte questo, che cos’è il titolo di Salvatore o di Figlio dell’uomo?
Un soggetto di bestemmia, ben sovente un’occasione per gli empi, che esaltano tanto l’uomo in lui da negare, se fosse possibile, di annientare Dio.
Perché pensate che sia venuto sulla terra?
Per salvarci, dite voi, per riparare alla colpa originale e aprirci il cielo: questo prova che ha avuto pietà di noi, ma prova altresì che dia importanza al nostro amore?
Che cosa è dunque il cielo, vi avete riflettuto?
Che cos’è il cielo se non l’amore di Dio nella sua pienezza, la vista di Dio faccia a faccia e il suo amore cuore a cuore, come due amici che si guardano, che si stringono nelle braccia e che si vogliono bene.
Ecco il cielo!
Nostro Signore Gesù Cristo non ci ama per pura benevolenza, ma ci ama di vera amicizia.
Lo ha indicato lui stesso: Voi non siete più i miei servi, diceva ai discepoli, ormai siete miei amici.
La benevolenza si accontenta di volere e di fare del bene.
L’amicizia va più lontano.
Ama e vuol essere amata.
E’ quello il suo diritto e ci tiene.
Per essere benevolente basta essere buoni e generosi.
L’amicizia presuppone altro.
Presuppone una stima profonda per colui che si ama, che fa caso alla sua amicizia e la desidera.
Così è il Salvatore nei nostri riguardi.
Egli ci ha dato una testimonianza irrefutabile della sua amicizia, ha sofferto e ha donato la sua vita per noi.
Ecco la vera amicizia, donare la propria vita per quelli che si amano”.
“Se non avessi questa fiamma della fede nel cuore, soffrirei di meno per le bassezze e le turpitudini della vita.
Se non avessi questa fiamma nel cuore, non avrei l’anima così straziata davanti allo spettacolo di tutte le miserie e di tutti i dolori, non mi sentirei così triste in presenza dei tradimenti o anche solo delle indifferenze dell’amicizia, soprattutto non mi sentirei così commosso e sconvolto, fin nelle profondità delle viscere, al ricordo di anime che ho conosciuto, che ho visto un tempo, e anche di recente, camminare con passo fermo e risoluto verso il loro male”.
“Senza l’amicizia del mio Dio, cosa volete che io diventi?”.