Padre Lataste novembre 2012
- Dettagli
- Autore: Rettoria di San Grato
- Visite: 207
ADORAZIONE
mese di novembre 2012
“Voi sarete addetti alla custodia del santuario e dell’altare”.
Numeri, 18, 5
Tutte le cure che stiamo riservando alla nostra sempre più bella chiesetta e tutti gli inchini che facciamo all’altare del Signore, ci vogliono ricordare che anche a noi è stato affidato un tempio da conservare, un tempio fatto non di pietre, ma di carne: le nostre famiglie, la comunità, le persone che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino costituiscono il “tempio” tanto prezioso agli occhi di Dio.
“Io vi do il sacerdozio come un dono dice il Signore”.
Numeri, 18, 7
Il Concilio Vaticano II, di cui stiamo celebrando il cinquantesimo anniversario dall’indizione, ci ha ricordato che tutti siamo chiamati ad essere re, sacerdoti e profeti.
Sacerdoti, cioè tutti incaricati di portare tutto a Dio e Dio in tutto. Forse non a tutte le persone ed in tutti gli ambienti riusciremo a parlare di Gesù… approfittiamo di questo momento di preghiera, di adorazione eucaristica per parlare a Dio di quelle persone, quelle situazioni, quegli ambienti…
“La parola che Dio mi metterà in bocca, quella dirò”.
Numeri 22, 38
“Non devo forse aver cura di dire solo quello che il Signore mi mette sulla bocca?”
Numeri, 23, 12
Chiediamo al Signore che le nostre parole, come individui, come comunità e come Chiesa tutta, siano eco della sua Parola che è vita.
“Dio non è un uomo perché egli menta, non è un figlio d’uomo perché ritratti.
Forse egli dice e poi non fa? Parla e non adempie?”
Numeri 23, 19
In te e sulla tua Parola, Signore, è la riposta al sicuro la nostra speranza. Sulla tua Parola, Signore, continuiamo a gettare le reti della nostra vita. Verso la tua Parola, Signore, guida il nostro cuore.
Dio mostra la sua gelosia.
Cfr Numeri 25, 11
Noi non crediamo in un ideale astratto. La speranza della nostra fede invece è posta in un Dio personale a cui spesso la Bibbia attribuisce antromorfismi affettivi e relazionali.
Sì, Dio è lo sposo dell’umanità e ci ama con cuore tenero e passionale. L’amore di Dio può arrivare fino alla gelosia perché è stato pagato con il dono del Figlio che noi abbiamo ucciso. La sua volontà è la vita, la nostra la morte. La preghiera davanti all’eucarestia, “cuore di Dio”, converta la nostra volontà alla sua!
DAGLI INSEGNAMENTI DEL BEATO PADRE JEAN JOSEPH LATASTE
“A che serve festeggiare i santi, se non è per imitarli?”
“Mio Dio, invoco la tua benedizione sulla grande famiglia della Società di San Vincenzo de’ Paoli e sulle nostre conferenze.
Aiuto dei cristiani, sii con noi.
Facci trionfare nelle nostre lotte quotidiane contro noi stessi, contro il male, contro i pregiudizi.
Fa’, o mio Dio, che la nostra Società si consolidi, si estenda e si perpetui, con il suo spirito originario di pietà, semplicità, unione fraterna, affinché le sue opere, completamente svincolate da interessi terreni, divengano sempre più feconde per il cielo.
Benedici in particolare ciascuno dei nostri confratelli.
Che la forza, la luce, la pace e la speranza non manchino mai a nessuno di loro.
Che le loro prove e le nostre, sopportate con pazienza e rassegnazione, ti siano gradite e portino frutti di salvezza.
Benedici anche ciascuna delle nostre famiglie povere, gli operai, gli stranieri, gli apprendisti, gli studenti, in generale tutti quelli che in qualche modo fanno parte della nostra famiglia.
Fa’ che un giorno ci ritroviamo tutti insieme e per sempre ai tuoi piedi, in paradiso”.
“O Maria, se tu combatti con noi, siamo sicuri del trionfo...
Madre dei poveri, dona ai nostri cuori un’evangelica compassione per le miserie del povero, donaci la comprensione delle sue necessità; abituaci a non vedere in loro che le membra sofferenti del tuo figlio amato”.
“Sono deciso, con l’aiuto della tua amicizia, a seguirti sempre, o Gesù, e chi potrà mai separarmi dal tuo amore?
Anche se dovessi vedere sollevarsi contro di me i miei genitori, i miei amici, il mondo intero!
Che cosa dovrei temere, se io sono con te?
Dovessi anche passare da folle agli occhi di tutti ed essere trattato come tale!
Non sei stato tu trattato allo stesso modo?
Dovessi essere assalito da mille dolori nel mio corpo, da mille turbamenti, da mille tentazioni nel mio spirito, da ogni genere di abbandono, di paure, di smarrimenti nel mio cuore!
Non hai tu stesso sopportato queste orribili sofferenze nel giardino degli ulivi, da parte di Pilato e al Calvario?
Dovessi essere oppresso dai dubbi come da una spessa nebbia; dovessi cadere nella notte, non vedendo più né scopo, né utilità, né uscita alla mia vita, né ricompensa dopo la morte!
Non avrei che la tua Parola per essere illuminato!”
“Mentre prima cercavo di presentare a Dio la mia vita passata per deplorare le mie colpe e chiedergli perdono, dopo quel felice giorno quando cerco di fare come prima, mi sembra di ascoltare una voce che mi dice: Lascia stare, non pensiamo più al passato, dimentichiamo tutto, giustizia è fatta e non resta che l’amore”.